Thursday, September 17, 2009

Cure palliative, sì unanime alla legge

Le cure palliative escono dall’ombra e diventano diritto di tutti i cittadini, dal Pie­monte alla Sicilia. Dovranno es­sere assicurate in ogni Regione, con criteri uniformi, sostenute da un finanziamento proprio. In tutto 150 milioni presi in par­te dal Fondo sanitario naziona­le (100), il resto dall’ultimo de­creto anti crisi. Semplificate in modo permanente le procedu­re per i farmaci antidolorifici. L’introduzione del ricettario or­dinario, il passaggio di alcuni derivati della cannabis (e alcu­ni oppiacei) per uso terapeuti­co dalla tabella A alla B e l’esclu­sione automatica dall’elenco de­gli stupefacenti erano previsti da un decreto a scadenza annua­le del viceministro al Welfare, Ferruccio Fazio. Nasce una rete di hospice e centri ospedalieri.

Sono alcuni dei passaggi sa­lienti della legge di iniziativa parlamentare approvata ieri dal­la Camera (ora tocca al Senato). Tempi record, due sole sedute, unanimità. Non era mai succes­so che maggioranza e opposi­zione fossero in perfetto accor­do. Per Livia Turco, ex ministro della salute, Pd, è una soddisfa­zione, anche personale: «La leg­ge ha rischiato di andare avanti senza un euro. Noi abbiamo in­gaggiato un ostruzionismo pe­sante e i soldi sono stati trovati. Ora è una cosa seria, che aiuta i malati in modo concreto. Bella prova di dialogo».

Secondo Fa­zio «viene colmato un grosso vuoto». Per Dorina Bianchi, Pd «è la prova che si può avviare una discussione costruttiva». Un augurio per il prossimo lavo­ro, molto più difficile sul piano politico. Il testo sul testamento biologico, all’esame della com­missione affari sociali della Ca­mera. L’armonia appare un mi­raggio specialmente alla luce l’ultimo richiamo di Gianfran­co Fini sull’«obbligo delle istitu­zioni di essere laiche» e la repli­ca gelida del Pdl: «Non accettia­mo lezioni».

Il testo da discutere non è an­cora stato presentato dal relato­re Nino Di Virgilio (Pdl) e non è scontato che si tratti di quello passato in Senato, scritto da Raffaele Calabrò. Eugenia Roc­cella, sottosegretario al Welfare individua gli unici spazi di ma­novra: «Correzioni? Sempre nel­l’ambito della posizione del go­verno. Se come da noi proposto la legge fosse allargata non solo agli stati vegetativi ma anche ai pazienti con perdita di coscien­za duratura, si potrebbe accetta­re la sospensione di idratazione e alimentazione artificiale quan­do assumono il carattere di ac­canimento terapeutico».

Queste due modifiche erano in due emendamenti presentati al Senato rispettivamente da maggioranza e opposizione, en­trambi bocciati. Resta in piedi la prospettiva delineata dal mi­nistro Maurizio Sacconi. Estra­polare dalla legge Calabrò la parte che ricalca sostanzialmen­te il disegno di legge cosiddetto salva-Eluana varato all’unani­mità dal Consiglio dei ministri per evitare che le venissero so­spese le cure così come era sta­to deciso dai giudici. «Il Parla­mento è sovrano di valutare questa opportunità se i tempi della discussione delle norme del fine vita si allungassero», di­ce il ministro.

Margherita De Bac – Fonte: www.corriere.it

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